È morto lo scrittore e regista Marko Sosič
Trieste, 3 febbraio, in seguito a una grave malattia è venuto a mancare lo scrittore e regista Marko Sosič. Per molti anni è stato collaboratore del Forum Tomizza e membro della giuria del Concorso letterario internazionale Lapis Histriae per prosa breve.
Marko Sosič è nato a Trieste il 22 dicembre 1958. Si è laureato nel 1984 presso l’Accademia di arti drammatiche di Zagabria. Ha firmato la regia di spettacoli teatrali di vari teatri sloveni e italiani. Sosič è autore di numerosi radiodrammi girati a Trieste per il programma sloveno. Nel 2016 ha girato il lungometraggio “La commedia delle lacrime”, e nel 2019 il lungometraggio documentaristico “Karmela” sulla sorella di Srečko Kosovel.
È stato il direttore artistico del Teatro nazionale sloveno di Nova Gorica (1991 – 1994) e del Teatro stabile sloveno di Trieste (1999 – 2003, 2005. – 2009). Negli ultimi dieci anni ha vissuto a Opicina, vicino a Trieste e vi era attivo come artista indipendente.
Marko Sosič è stato uno dei più importanti scrittori di prosa sloveni, ha vinto o è entrato in finale di numerosi premi letterari sloveni e italiani. Ha pubblicato le raccolte di racconti “Rosa na steklu” (1991) e “Iz zemlje in sanj” (2011), i romanzi “Balerina, balerina” (1997; tradotto in italiano nel 2005), “Tito, amor mijo” (2005; tradotto in italiano nel 2012), “Ki od daleč prihajaš v mojo bližino” (2012), “Kratki roman o snegu in ljubezni“ (2014) e “Kruh, prah“ (2018), e il diario teatrale “Tisoč dni, dvesto noči” (1996). Il suo opus letterario è stato tradotto in francese, serbo, italiano e croato.
Dal 2006 partecipava al Forumu Tomizza con interventi a Trieste, Capodistria e Umago; negli ultimi sei anni era membro della giuria del Concorso letterario internazionale Lapis Histriae, organizzato in ambito della sopraccitata manifestazione.
Nel 2014 Marko Sosič è stato “l’autore nel centro” del Festival internazionale di letteratura Vilenica. Alla domanda dove cercare forza nella letteratura sui vulnerabili e i feriti, nella letteratura che anche lui stesso scriveva, Sosič ha risposto: “Nella sensibilizzazione e alfabetizzazione delle nuove generazioni. Siamo testimoni dello sgretolamento delle fondamenta del sistema di istruzione, della relativizzazione del pensiero, delle dimensioni culturali e umanistiche dell’uomo, del sapere… La cancellazione di tutto ciò intimorisce e colui che la provoca cerca evidentemente un essere umano sempre più stupido con il quale fare ciò che gli apre e piace. Il libro – “classico”, elettronico o qualunque esso sia – contribuisce all’aumento della consapevolezza del nostro tempo e del pericolo di ripetizione della storia.”
Milan Rakovac, fondatore del Forum Tomizza ha salutato Marko Sosič con le seguenti parole:
“Nel nuovo millennio lo scrittore Marko Sosič ha portato avanti la tradizione dei classici triestini. Angelo Vivante, Italo Svevo, Umberto Saba, Fausta Cialente, Carolus Cergoly, Fulvio Tomizza, Boris Pahor... La contemplativa e lirica prosa di Sosič con la sua profondità irradia verso i lettori dei raggi benevoli. Così la sua vita dedicata al teatro sloveno triestino nel segno della convivenza e fratellanza senza alcun compromesso, poiché non risparmiava sé stesso girando e guidando, in arduo modo e con purità di pensiero, osando andare laddove nessun altro osava andare, in macabre foibe e patiboli di campi profughi della nostra zona di confine.
Sloveno di nascita, cosmopolita di vocazione, Marko Sosič è uno dei più affidabili e importanti portatori del grande peso della storia che, anche il Forum Tomizza coerentemente porta oltre frontiera. In veste di pluriennale membro della giuria del premio letterario Lapis Histriae, Marko Sosič con il suo raffinato senso della qualità ha lasciato un’importante impronta sul concorso che riunisce e promuove scrittori di un ampio spazio plurilinguistico e plurinazionale.
Marko Sosič, uomo di confine, profondamente immerso nell’animo sloveno, italiano, europeo, con il suo opus letterario, teatrale, cinematografico, ha lasciato una grande eredità a tutte le culture del nostro cosmo adriatico.
Come se il perspicace Marko Sosič fosse stato consumato dalle brutali fiamme dell'insensatezza, nei suoi migliori anni, quando poteva dare ancora molto. Illusoria è la consolazione di aver lasciato dietro a sé opere così grandi. La vita gli è stata tolta improvvisamente, ci lascia un’eredità irremovibile di ricordi e ammonizioni, tristezza e bellezza, rimorsi e orgoglio.”